LA RESPONSABILITà DEI MATERIALI
Lavorare bene nell’artigianato significa anche avere piena responsabilità dei materiali, fare con chiarezza e onestà anche in questo tipo di scelte strategiche. Ma in che modo?
Che materiali usi?
Di cosa è fatto questo cappello? Che tessuto hai usato per quel vestito rosso? E il vaso decorato, con cosa l’hai realizzato?
Normale sentirsi rivolgere queste domande, se si vende on line l’artigianato ma anche partecipando a eventi e mercatini. Niente di strano, clienti o potenziali tali vogliono sapere esattamente cosa stanno acquistando, e in base al materiale che abbiamo scelto decideranno molto spesso se comprare oppure no.
Perché sulla qualità del materiale, sulla sua provenienza e particolarità ci giochiamo molto. E solo se abbiamo scelto una materia prima destinata a durare nel tempo e con caratteristiche di eccellenza ci possiamo in qualche modo chiamare fuori dalla squallida competizione del prezzo, dove vince chi ribassa.
Si parte dalla conoscenza
Ovviamente il discorso sulla responsabilità dei materiali parte molto prima della vendita, e inizia dalla conoscenza. Se chi acquista può e deve chiederci tutto sul prodotto è ovvio che noi dobbiamo sapere tutto, e non solo per quello che riguarda la fase della realizzazione che ci riguarda personalmente, ma anche su ciò che viene prima.
Quando decidiamo con quale stoffa cucire il nostro vestito, con quale pellame costruire la nostra borsa, o il legname più adatto per il nostro tagliere, dobbiamo farlo con consapevolezza. Domandando al fornitore, per prima cosa, e informandoci attraverso letture, webinar, o corsi di formazione.
Inutile sapere per esempio che quel certo filato è ramiè, se non poi non ho idea di che cosa si tratti. [E se non lo sai, te lo spiego qui]
Curiosità e consapevolezza, solo così possiamo avere l’esperienza e anche le basi tecniche migliori da affiancare alla creatività che tanto amiamo.
Sincerità e responsabilità dei materiali che usiamo
“Sincerità… un elemento imprescindibile per una relazione stabile, che punti all’eternità” cantava Arisa agli esordi. Ebbene, se certamente la sincerità è un pilastro dei legami di amore e di amicizia, lo è anche nelle relazioni con le persone interessate ai nostri prodotti.
Come? Ecco un esempio semplice… Una cliente vuole acquistare un mio prodotto e mi dice che è un regalo per un’amica che non sopporta le fibre sintetiche sulla pelle. Io pur di portare a termine la vendita le rifilo una sciarpa che invece ha il 30% di nylon assicurandole che è tutta lana vergine. Non solo mi sto comportando in modo non etico, non sincero e poco professionale, ma mi sto anche giocando la possibilità che quella ragazza torni a comprare da me. Anzi, magari dirà anche in giro che le ho venduto un prodotto che le ha fatto fare un brutta figura.
Nella mia esperienza mi sono resa conto invece che per quanto paradossale possa sembrare, è meglio essere sempre totalmente sinceri e perdere una vendita in quel momento, perché comunque lasceremo una bella impressione. E magari chissà, la prossima volta avremo il materiale che lei cerca e si ricorderà che l’abbiamo trattata con onestà.
Etica, sostenibilità e responsabilità
Personalmente ho scelto di realizzare i miei prodotti quanto più è possibile con materiali naturali e di riciclo come la fettuccia di recupero tessile, di cui hai visto vari esempi nelle foto di questo post e di cui ti parlo con precisione qua. Mi piace essere sostenibile nella mia produzione, anche nei confronti dell’ambiente (se vuoi conoscere i miei prodotti visita il mio negozio).
Non sempre questo è fattibile, perché magari hai necessità di utilizzare un certo tipo di plastiche o altro e l’importante è proprio spiegare perché devi fare queste scelte, perché quel materiale è il più adatto al prodotto, forse perché gli da caratteristiche di resistenza o elasticità, o altro che solo tu sai. Insomma, sempre chiarezza e sincerità al primo posto, e non si sbaglia mai.
Tu che rapporto hai con i materiali che utilizzi? E se invece acquisti fai tante domande oppure vai un po’ a caso?