Cos’è la fettuccia
In questo post scopriremo insieme cos’è la fettuccia, quali sono le qualità di questo materiale e come si usa per i lavori a maglia ed uncinetto.
La definizione di fettuccia
Il significato di fettuccia sta tutto nell’etimologia della parola stessa: è semplicemente il diminutivo di fetta, e altro non è che un pezzo di tessuto o di nastro.
Rispetto ad un filato, la fettuccia è solitamente piatta e più larga, il suo spessore può infatti andare da qualche millimetro fino anche a 4/5 centimetri. Si trova in commercio anche della fettuccia leggermente “imbottita”, che risulta molto morbida e un po’ cicciotta al tatto.
Diversi tipi di fettuccia
Esistono molte tipologie di fettuccia, da quella usata per rinforzare le cuciture in alcune lavorazioni sartoriali, a quella specifica per le arrampicate alpinistiche, simile ad una corda; fino a quelle utilizzate da Polizia e Carabinieri e nello sport, per delimitare le aree.
Ovviamente, in questo post parlerò della fettuccia che conosco e che uso, e cioè quella in cotone o fibre sintetiche che può essere impiegata per i lavori di artigianato.
In questo caso, la fettuccia può essere nuova, quindi tessuta appositamente, oppure di riciclo.
Andiamo a vedere quali sono le differenze per capire esattamente cos’è la fettuccia e come possiamo utilizzarla.
Fettuccia nuova
La fettuccia nuova viene tessuta da filati specifici, appositamente per gli scopi di lavorazione artigianale o industriale. Nasce già della larghezza necessaria, e si trova in commercio in rocche o gomitoli privi di nodi ed irregolarità. In qualsiasi negozio di filati, sia fisico che on line, potete trovare la fettuccia nuova, delle dimensioni e dei colori che desiderate.
Un esempio ? Ecco qua un bellissimo prodotto della Ophelia Italy, una piccola e interessante azienda di Prato.
Fettuccia di riciclo
La fettuccia di riciclo, che è quella che io uso prevalentemente, è un materiale ecologico e che rispetta i principi dell’upcycling, ossia prendere un materiale di scarto e renderlo più bello e di maggior valore. È esattamente quanto succede con questo materiale.
Le grandi pezze di tessuto per maglieria hanno un bordo destro ed uno sinistro, che permette ai macchinari di arrotolarle e srotolarle a necessità. Questi bordi si chiamano “cimosa” (o cimossa), ed una volta tagliati i modelli dalla pezza diventano degli scarti.
Per fortuna, da un po’ di tempo a questa parte si è cominciato a raccoglierli in rocche o grossi gomitoli per riutilizzarli in tanti modi.
La fettuccia di riciclo può avere dei nodi, e delle irregolarità nel colore e nello spessore, che diventano una sua specifica peculiarità.
Dove si trova la fettuccia di riciclo
Ovviamente, per le sue specifiche caratteristiche, reperire la fettuccia di riciclo non è semplice come con quella nuova. Ci sono dei rivenditori anche on line, ma la quantità è comunque limitata.
Io ho stabilito pian piano contatti con aziende tessili e rivenditori di tessuti della mia città, tramite cui riesco a fare un po’ di scorte di fettuccia, ma non è sempre certo che la si possa trovare.
Quello che è importante capire è che essendo un materiale di riciclo, non lo si può “ordinare” scegliendo colori e spessore.
Nonostante tutta la buona volontà nella ricerca, che vi assicuro non è un lavoro banale, non è certo che si riesca a recuperare quella certa sfumatura o quella determinata composizione (lycra, cotone, seta eccetera.)
MaMaglia e la fettuccia
Io faccio un largo uso di questo filato speciale. Hai già visto, per esempio la mia collezione estiva? Ho usato la fettuccia per collane, borse, pochette porta trucco e turbanti. Mi piace declinarla in tantissime varianti.
Quando ordinate un oggetto da me, io mi faccio sempre in quattro per rispondere alle vostre richieste ed esigenze, è per me un vero piacere. Ma per quanto riguarda i prodotti in fettuccia, a volte è necessario adattarsi un po’. Quindi se tra gli accessori nel mio negozio vedete qualcosa che vi piace… il consiglio è approfittarne subito perché non è detto che abbia ancora quel colore, dopo qualche giorno.
Fettuccia… di produzione propria
Un altro modo divertente di recuperare la fettuccia è quello di … tagliare in striscioline una vecchia t-shirt che non mettiamo più. Tinta unita o fantasia. Certo, non o si può fare per le grandi quantità, ma per le collane io l’ho fatto. Basta essere un po’ precisi ed andare dritti con le forbici… e voilà! Fettuccia autoprodotta! Più ecologica di così…
E infine…
Adesso che sai anche tu cos’è la fettuccia puoi apprezzare meglio, credo, il lavoro dietro ad ogni prodotto che realizzo. Non c’è mai soltanto la manodopera, ma anche un impegno di ricerca notevole, che spero di riuscire a trasmettere anche grazie a questo blog. Per esempio, qui puoi trovare il mio articolo sul cotone biologico e qui quello sul Tencel vegan.
Che ne dici? Ti piace questo materiale? Lo hai mai utilizzato per i tuoi lavori manuali?