PARLIAMO DI CAPPELLI: IL BERRETTO BEANIE
Il berretto beanie alla pescatora è il più classico dei cappelli fatti a maglia: senza tempo, alla moda da sempre, e anche un po’ intellettuale. Parliamo insieme della sua storia e del suo nome.
Il berretto beanie – un nome, un mistero
Chiariamoci subito, di cosa stiamo parlando? Il berretto beanie, anche detto alla pescatora, è un cappello fatto a maglia, senza tesa o parasole, semplice e senza troppi fronzoli (ma nulla vieta di aggiungerli a piacere!).
In italiano non c’è una vera e propria traduzione, lo chiamiamo cappello, cuffia, berretto… a seconda della regione e dell’abitudine. Beanie del resto sarebbe, letteralmente, fagiolino, e sul perché in inglese, e di conseguenza anche internazionalmente, abbia preso questo nome, le teorie sono molte, e decisamente fantasiose.
Chi sostiene che sia perché la chiusura “in cima” assomiglia un po’ a un fagiolo, mentre l’Oxford English Dictionary ci dice che viene dallo slang “Bean” usato per definire la testa . Un po’ come in italiano diciamo la zucca, ed in effetti “zuccotto” è un altro dei modi con cui possiamo definire questo accessorio.
La forma e il modello
Con il bordo più o meno grosso, a maglia rasata o a costa inglese, che lo si chiami cappellino, cuffia, zuccotto o in altro modo, il berretto beanie resta uno dei modelli fatti a maglia più indossati in assoluto. Facile capire perché: è caldo, quindi assolve perfettamente la sua funzione pratica. Ma è anche comodo, leggero, se non ci serve lo infiliamo in tasca o nella borsa… insomma, è un cappello non impegnativo ma fondamentale durante inverno.
Alzi la mano chi non ne ha almeno uno nel cassetto. Impossibile! Non sono mai passati di moda e li abbiamo indossati sin dall’infanzia.
Un po’ di storia
Risalire alla storia del berretto beanie è praticamente impossibile, di cappelli fatti a maglia si perdono le tracce nelle storia. Le prime fonti certe sono nella corporazione dei magliai nell’Inghilterra di Elisabetta I, dove la realizzazione di un cappello era una delle “materie d’esame” per entrare a far parte proprio della prestigiosa associazione.
Durante la rivoluzione francese il famoso cappello frigio altro non era che un berretto ai ferri, e non mancavano modelli di copricapo nelle prime riviste di modelli e schemi per la maglia, pubblicate già nell XIX secolo un po’ in tutta Europa. All’inizio il beanie era usato soprattutto come capo tecnico, per andare a sciare o in montagna. Ma già sul finire degli anni ’70 del XX secolo è stato sdoganato anche nella moda di ogni giorno. Per chi come ricorda gli anni ’80, è impossibile dimenticare come fosse un pezzo imprescindibile del look da paninari, insieme alle Timberland e alla giacca a vento colorata.
Come si indossa il berretto beanie
Essendo un berretto alla pescatora, non c’è dubbio che vada indossato con un abbigliamento a tema marinaro.
Ma no… scherzo ovviamente! Il bello del berretto beanie è proprio la sua estrema versatilità. Può essere molto sportivo se portato con una felpa e un piumino, ma diventa elegante se abbinato ad un cappotto. Sta benissimo a chi ha capelli lunghi e voluminosi, ed è indispensabile per chi ne ha pochi o li porta molto corti. Maschile, femminile e neutro, sta bene a tutti e risente delle mode. Se ne acquisti uno di qualità, lo indosserai per molti inverni.
Ma il berretto beanie ha anche quel qualcosa in più: è anche un po’ intellettuale. Per esempio Lucio Dalla ne indossava sempre uno, così come Eminem, e c’è anche uno speciale ammiratore di questo modello, la cui immagine è strettamente legata al cappello che portava d’abitudine.
Un testimonial speciale: Charles Bukowski
Sì, il celebre e citatissimo scrittore americano Charles Bukowski è stato spesso fotografato con un berretto in lana, molti dei suoi più celebri ritratti riportano questa caratteristica e anche io, nel mio piccolo, ho chiamato il mio beanie hat Charles proprio in suo onore.
Il berretto beanie di MaMaglia
Quelli che hai visto fino ad ora nel post, infatti sono proprio i berretti che ho realizzato io, con la tecnica del telaio da maglia e un filato morbidissimo in lana e alpaca, e che puoi trovare in vendita nel mio negozio Etsy insieme a tutta la collezione invernale che puoi vedere anche qui.
Adoro il cappello alla pescatora, e ho studiato un modello che si possa indossare sia col bordo che senza, come spiego in questo breve video.
Tu hai ami indossare questo modello di cappello? E come si chiama dalle tue parti?
Francesca
Dalle mie parti si chiama cuffia, in dialetto “ciccia” con l’accento sulla seconda i… in effetti è un modello classico e irrinunciabile, io però preferisco ” Grace” e quelli col pon pon!
MaMaglia
Ma che bello il nome ciccìa, non lo avevo mai sentito! 😍