Il Natale è fatto a mano

Secondo me, il Natale è fatto a mano

Il Natale è fatto a mano. Ma è anche vintage, ha il gusto dell’amicizia e dell’affetto, sa di zucchero, cannella e di abbracci. In questo post, che è scritto in collaborazione con le amiche di Chiedilo a Saky e che continua nel loro blog a questo link, ti raccontiamo perché.

MaMaglia e il Natale

Io sono un folletto di Babbo Natale, ne ho già parlato in un post dello scorso anno. Il compleanno la vigilia (quest’anno sono 39… ahi ahi!), le serate tra amici e familiari, ma anche il lavoro, con i mercatini natalizi e i tanti pacchetti da preparare. Tutto collabora per farmi vivere sempre al massimo questo periodo dell’anno, che attendo con emozione e che arriva sempre troppo velocemente.

In fin dei conti, il Natale è fatto di tutte le cose che mi piacciono, del mio modo di essere che resta con me anche in tutti gli altri giorni dell’anno.

Il Natale è fatto a mano

Il Natale è fatto a mano perché i regali sono più belli, quando vengono dal cuore e dalle mani. Quelle degli artigiani, ovviamente, ed io infatti ho scelto regali esclusivamente handmade e vintage per amici e parenti; ma anche le mani dei bambini, delle nonne, delle mamme. Le nostre.

Lo sappiamo bene, niente ci scioglie il cuore più di un disegno, di un biglietto, di un “lavoretto” dei nostri figli, fratellini, nipoti. Un albero storto, un babbo Natale sgangherato, un “ti voglio bene” dalla scrittura stentata. Eppure è il biglietto che appenderemo alla scrivania, per ricordarci ogni giorno le cose che contano.

Per non parlare del sapore unico delle torte preparate dalla nonna, delle lasagne di mamma, dei tortelli della zia (la mia ne fa di spettacolari).

Il Natale ha il gusto degli affetti più cari

Sì perché le mani che fanno il Natale sono quelle che ci abbracciano e che ci accolgono sempre, anche quando non ci sono più. È sempre lì che torniamo, con il cuore e con la mente, a quegli odori, a quel fuoco crepitante, a quel salotto caldo e profumato di affetto.

Il Natale è la famiglia, sono gli affetti, nei nostri ricordi e nei giorni di oggi. Anche per chi non crede e non attribuisce al Natale un valore religioso, questa festa ha il potere di avvicinare le persone. Ci incontriamo con gli amici “per farsi gli auguri”, ci ritroviamo a cena con i colleghi e con i gruppi. Credo che sia importante riflettere sull’importanza di una festa che ci fa sentire più vicini, e viverla non come una peso, come purtroppo succede a qualcuno.

Certo, per il girovita il Natale è una bella maratona, ma come mi dice sempre mia cugina “Non si ingrassa da Natale a Capodanno ma da Capodanno a Natale”. Ah, come ha ragione!

Il Natale è vintage

E poi sai cosa ha di bello il Natale? Che è strepitosamente vintage.

E’ proprio sul fatto che il Natale è fatto a mano ed è vintage che ci siamo incontrare a parlare io e Saky. Amiamo le stesse cose, tanto che abbiamo scritto anche un altro post che trovi qui, anche se siamo diverse, e questo già basterebbe. Ma poi dai, come si fa a non ammettere che il Natale ci piace anche perché ha un cuore antico, per citare impropriamente Carlo Levi?

Il Natale sono le palline che usiamo da 30 anni, ogni anno ce n’è una in meno, ma sono quelle che preferiamo. Il Natale sono i giochi, sempre quelli: la tombola con i palio premi improbabili, il mercante in fiera, la Scala 40. Il Natale è la decorazione sulla porta, il vischio, Una poltrona per due su Italia 1, il panettone (o il pandoro, per i palati più delicati), le stesse, per me ogni anno più belle, canzoni (John Lennon, Mariah Carey, George Michael, Let it snow, Jingle Bell Rock e vabbè, Michael Bublè).

Il Natale è il futuro

Ma il Natale, con il suo sapore di ricordi, ha anche lo sguardo vivo nel futuro. Quello dei bambini. Perché sono loro, con quei biglietti sbilenchi e dolcissimi, e con le loro letterine piene di sogni e desideri, a mostrarci quanto il Natale sia la festa della luce che ci guida, delle belle cose che verranno e che possiamo andare a prendere. Perché loro ci credono, come credono a Babbo Natale che come ogni anno passerà dal camino anche quando il camino non c’è, mangerà tutti i biscotti lasciati sotto migliaia di alberi e proverà a esaudire ogni richiesta, anche la più impensabile.

Per questo futuro, per i sorrisi dei bambini, possiamo dare al nostro Natale un sapore diverso, cercando davvero di aiutare quando possibile, di donare un po’ di noi stessi a chi ha più bisogno, ognuno a modo suo e nelle proprie possibilità.

Io ci credo a Babbo Natale, perché possiamo diventarlo tutti noi. E tu?

E se vuoi leggere anche un altro punto di vista sul Natale, a questo link trovi la seconda parte del post (o la prima, a seconda dei punti di vista), sul Revival Blog di Chiedilo a Saky.

Buon Natale!