LA STANZA DELLA TESSITRICE di Cristina Caboni
La stanza della tessitrice è il nuovo romanzo di Cristina Caboni, una scrittrice che ama parlare di artigiani e di artigianato. Ecco la mia recensione… fatta a mano!
Il titolo
Questo romanzo ha un titolo decisamente evocativo per chi, come me, ha la passione per telai e tessitura: la stanza della tessitrice. Quattro semplici parole che in un attimo ci trasportano in un’atmosfera rarefatta e affascinante. Già da uno sguardo distratto alla copertina ci sembra di sentire il suono melodioso di un telaio al lavoro, e di vedere il tessuto che piano piano prende forma tra le abili mani dell’artigiana e i fili dell’ordito.
L’autrice
Cristina Caboni è sarda e vive nel cagliaritano, con marito e tre figli. È una scrittrice, ma è anche un’apicoltrice e produce miele artigianale nell’azienda apistica di famiglia. Probabilmente per questo le protagoniste dei suoi romanzi sono sempre donne che lavorano con le mani, che hanno trovato nell’artigianato e nel fatto a mano il proprio destino.
Si sente dalle sue righe che Caboni conosce bene il lavoro manuale, le ansie, le angosce e le passioni di chi decide di lavorare contando su se stessa.
Ho conosciuto questa narratrice molto recentemente, ma l’ho amata subito. Proprio come la sua conterranea Bianca Pitzorno (leggi qui la recensione de “Il sogno della macchina da cucire”).
Di cosa parla
La stanza della tessitrice racconta la storia di Camilla, giovane stilista che lavora proprio sui tessuti, rielaborando vecchi abiti per dare loro nuova forma e nuova vita.
Camilla lavora in un piccolo laboratorio sartoriale a Bellagio, sul Lago di Como, dove ha messo a frutto la sua passione ed in suoi studi per regalare alle sue clienti attimi speciali.
Ma gli abiti, le stoffe ed i fili intrecciati e tessuti sono anche la trama da cui parte un mistero che coinvolge l’infanzia di Camilla, Marianne, la ricca imprenditrice che l’ha cresciuta, e Maribelle, una stilista talentuosa e misteriosa vissuta negli anni ’40.
In un avvincente scambio di battute tra ieri e oggi, Cristina Caboni ci porta nelle stanze del lavoro e della tessitura, raccontando anche amori, passioni e segreti mai svelati.
Il libro e l’artigianato
Il lavoro artigianale non è un semplice “contorno”, in questo romanzo. Telai, tessuti e materiali sono protagonisti delle vicende raccontate, esattamente come la giovane Camilla.
Come dicevo la scrittrice sa bene di cosa parla, e questa unità di pensiero tra il racconto e chi lo narra si avverte nettamente. Le donne del romanzo amano il loro lavoro che è parte della loro realizzazione come esseri umani, è il loro posto nel mondo, attraverso quale ritrovare se stesse e risolvere anche i misteri emotivi che spesso ci attanagliano.
Le mie impressioni
Ho trovato questo libro davvero molto bello. A volte mi dispiace dover specificare che si tratta di una lettura facile, leggera, come se questo significasse che un’opera ha meno valore, in quanto semplice.
Semplice, in questo caso come in molti altri, non vuol dire “banale”, ma sta ad indicare un romanzo che si leggere volentieri, che vola via dalla prima all’ultima pagina, appassionando e lasciando in bocca il dispiacere, alla fine, per essere terminato.
È un romanzo ben scritto, con personaggi sviluppati con attenzione e che racconta un concetto che sento mio nel profondo. Camilla non vende abiti che debbano essere “invidiati”, non propone il concetto che si debba possedere qualcosa per essere “come qualcun’altro”. Le sue creazioni nascono attorno alla donna che li sceglie, in base alle sue personali inclinazioni, al suo carattere, alla sua storia. Nessun abito è replicabile in quanto creato per lei e soltanto per lei in quel preciso momento della sua vita.
Cerco anche io di lavorare così. Non sono una stilista, ma i miei accessori vengono sempre alla luce pensando a chi li indosserà, scegliendo insieme filati, forme, materiali.
Se vuoi sapere come lavoro, leggi qui il post dedicato alla ricerca e quello in cui parlo di come nasce un ordine personalizzato.
Una creazione legata a questo libro
Anche io sono un po’ una tessitrice sai? Per me è un’attività collaterale, ma mi piace molto sedermi al mio telaio a cornice e con lentezza lavorare su trama e ordito per creare dei lavori unici.
Recentemente ho tessuto a mano delle tovagliette da colazione in cotone, con ordito in canapa.
Non sono ancora perfette… hanno i bordi in alto e in basso ancora poco regolari, ma alla fine sono soddisfatta del mio lavoro.
Leggendo le pagine de La stanza della tessitrice mi sono riconosciuta nella filosofia legata all’abbigliamento artigianale, ma anche nei ritmi lenti e ripetitivi della tessitura. Io metto su un po’ di musica, e lascio partire lo spolino in legno.
Dove acquistarlo
La stanza della tessitrice di Cristina Caboni è un romanzo uscito molto recentemente, nell’Ottobre 2018, è lungo 300 pagine ed è edito da Garzanti. Lo si può reperire senza difficoltà in tutte le librerie cittadine, on line è in vendita su Amazon, IBS, La Feltrinelli, e sul sito dell’editore.
Che dici, ti è venuta voglia di leggerlo e di tuffarti anche tu in questa avventura a cavallo tra due secoli, tra telai e tessuti?
Francesca
Da sarda mi vergogno un po’ di non aver ancora letto nulla della Caboni! Comunque mi hai incuriosita, lo leggerò sicuramente, anche perché le storie con le donne come protagoniste mi hanno sempre affascinata.
MaMaglia
Ti consiglio assolutamente questo libro ma anche gli altri di questa scrittrice. Io sto leggendo “La custode del miele e delle api” di cui poi parlerò nel blog!