COME PRENDERSI CURA DEI FILATI NATURALI
Ti stai chiedendo come prenderti cura dei filati naturali? Hai acquistato uno dei miei accessori e vuoi sapere come lavarli, asciugarli e conservarli al meglio? In questo post cercherò di rispondere a tutte le tue domande!
Quali sono i filati naturali
I filati naturali sono tutti quelli che ci offre la natura, e che non hanno aggiunte sintetiche come acrilico, poliammide, poliestere, nylon e così via.
A loro volta i filati naturali si dividono i quelli che hanno origine animale e quelli che invece hanno origine vegetale. Vegetali sono per esempio il lino, il cotone , la canapa. La fibra di origine animale per eccellenza è la lana, ma lo è anche la seta.
In generale, lavaggi, manutenzione e cura dei filati naturali di origine vegetale sono abbastanza semplici. Il cotone si lava fino a 60°, lo si può mettere in lavatrice e asciugatrice senza problemi, e lo stesso vale per il lino. Se sono lavorati a maglia, come nel caso dei miei accessori, io consiglio sempre di lavare a mano, ma se hai fretta e usi la lavabiancheria, non succede nulla.
Se ci vogliamo scaldare però, le fibre di origine animale, e la lana in particolar modo, sono la soluzione più sicura, calda, morbida e duratura.
Quali filati utilizzo per le mie collezioni
Per le mie collezioni io infatti uso da tempo solo filati naturali. Ho scovato nel tempo anche filati eccezionali per chi ha esigenze vegane, come il Tencel, che utilizzo su richiesta. Ma nella mia collezione per l’inverno mi piace usare la lana, così soffice e cha da tanto calore.
C’è chi non soffre molto il freddo, e anche in pieno inverno sceglie sciarpe e cappelli di cotone. Ma ricordiamoci sempre che il cotone è una pianta, non nasce per scaldare come la lana, che invece è proprio un vello creato per tenere al caldo gli animali durante l’inverno. Ricordo infatti che la tosatura, fatta con metodi e sistemi non traumatici per il bestiame, è assolutamente necessaria per il loro benessere durante la stagione estiva.
Ecco perché per stare al caldo in modo naturale io scelgo la lana.
La biologica, per giunta, perché solo così so di poter offrire un prodotto completamente cruelty free. Delle meravigliose caratteristiche della lana biologica ho scritto nel post che trovi qui.
Ma della meravigliosa lana biologica, come ci si prende cura?
Tutte le risposte su come prendersi cura dei filati naturali e dei tuoi accessori
Quando e come devo lavare il mio cappello, la mia sciarpa o la mia fascia?
La prima regola, parlando di lana naturale, è che meno si lava, meglio è. Si tratta di un filato traspirante, che lascia passare la nostra naturale umidità e la fa evaporare all’istante. Quindi non c’è davvero bisogno di lavarla frequentemente, un cappello in lana biologica può tranquillamente passare da un inverno all’altro senza necessariamente essere lavato.
In linea di massima, basta tenerli per un po’ fuori dall’armadio, basta una notte, a fargli “prendere aria”, e lo troviamo ancora perfetto come il giorno prima.
Ok, e se si sporcano molto?
Ovviamente, può succedere che i nostri accessori si sporchino molto o che si macchino. La soluzione migliore sarebbe sciacquare immediatamente la macchia con un po’ di acqua e sapone, e far asciugare. Non sempre è possibile, se siamo fuori casa. In questo caso comunque il lavaggio consigliato è sempre a basse temperature (massimo 30°), a mano e con sapone di Marsiglia.
Ricorda, la lana si infeltrisce:
1) quando subisce uno “shock termico”, quando passa cioè dalla temperatura ambiente a quella molto calda della lavatrice.
2) se, peggio ancora, usi la centrifuga. Caldo, acqua e sfregamento veloce portano quasi sicuramente all’infeltrimento
3) usando detergenti aggressivi oppure ammorbidenti che aggrediscono le fibre.
Come garantisco l’igiene, specie se li indossano i bambini?
Di questi tempi, però, non possiamo non pensare alla questione igiene e sanificazione degli indumenti, soprattutto se li portano i bambini o se si usano i mezzi pubblici. Visto che è impossibile lavare la lana ad alte temperature, oltre al lavaggio a secco in lavanderia, ci sono altre soluzioni più semplici e adatte all’uso quotidiano.
Personalmente, per i miei vestiti e anche per i prodotti che spedisco, uso un igienizzante spray naturale a base di limone, acqua e aceto. In commercio se ne trovano moltissimi, sia ecobio che non, che possiamo spruzzare sulla lana senza timore.
E per l’asciugatura?
Altra regola importante, la lana si asciuga stesa, soprattutto se lavorata a maglia come faccio io. Mai metterla sullo stendino con le mollette da bucato perché il peso dell’acqua farebbe diventare il vostro accessorio moooolto più lungo e in certi casi addirittura non più indossabile.
Anche qui, parlando di filati naturali, bisognerebbe cercare di seguire il metodo più semplice possibile. Dopo il lavaggio a mano in acqua e sapone, segue asciugatura al sole. Vero è che d’inverno il sole a volte non si fa vedere per giorni, e allora può andare bene anche l’asciugatrice (che comunque non è consigliata, ma a mali estremi, estremi rimedi) seguendo il programma apposito per la lana.
Quando non li indosso, come devo conservarli?
La cura dei filati naturali si completa con un’accurata conservazione. È importante riporli sempre quando sono ben asciutti, e distesi, in posizione orizzontale.
Io non amo gli antitarme chimici con odori molto pungenti, e da sempre seguo l’abitudine di mia nonna: mettere del sapone profumato nei cassetti.
Infatti, con ogni accessorio della mia collezione Arcobalana c’è sempre in omaggio del sapone di Marsiglia profumato alla lavanda o all’olio di oliva, per aiutarti nella conservazione dei tuoi capi.
Vuoi vedere la collezione? La trovi qui.