Vendere l’artigianato con le storie di Instagram
Ti stai chiedendo se si può vendere l’artigianato con le storie di Instagram? Certo che sì, e anche se sei un artigiano ai primi passi sul web… Proviamo a capire insieme come?
Cosa sono le storie di Instagram?
Partiamo dalle basi, perché probabilmente se sei qui forse non sei un grande “smanettone” dei computer e dei vari social network. E non è un problema sai? Anche io non sono certamente una maniaca del web, sono diventata un poco “esperta”, anche se non è il termine giusto, soltanto da poco, e sbagliando molto prima di capire come funzionano certi meccanismi.
Dunque, conosci Instagram, e su come fare per proporre i nostri prodotti su questo social tanto di moda ne abbiamo parlato nella puntata precedente di questa rubrica.
Sappiamo di dover pubblicare immagini di qualità, di dover raccontare un po’ del nostro mondo attraverso le fotografie e di dover mettere gli hashtag giusti al momento giusto.
Le stories sono una costola di Instagram, una funzione relativamente nuova grazie alla quale possiamo postare immagini o brevi video che restano on line soltanto 24 ore. Le trovi in alto, appena apri l’applicazione, proprio dove vedi quei cerchietti con le immagini dei profili che segui.
Se ti sembra una cosa da poco, una “bischerata” come diciamo dalle mie parti, forse è il caso di parlarti dei numeri generati da queste famigerate storie.
Un coinvolgimento pazzesco
Lo sai che per quanto riguarda il mio profilo Instagram, quasi la metà delle persone che poi visitano il mio negozio Etsy o che fanno acquisti da me arriva proprio dalle storie? Il coinvolgimento massimo che ricevo (engagement, in gergo tecnico) è proprio quello di chi segue i miei racconti quotidiani e risponde alle mie domande, mi scrive per un consiglio o anche per una critica.
A livello mondiale, gli utenti attivi nelle stories sono decuplicati dal 2017 ad oggi, e sono in crescita costante.
Quindi sì, certo, non soltanto non sono delle bischerate, ma vendere l’artigianato con le storie di Instagram è decisamente una buona idea.
Perché piacciono così tanto
Le stories, proprio perché brevi ed effimere, ci permettono di essere leggeri, molto meno impostati che nelle fotografie che postiamo sul profilo regolare (il feed).
Nelle storie possiamo pubblicare il dietro le quinte del nostro lavoro, ma anche, se vogliamo, raccontare cose che hanno poco a che vedere con il nostro lavoro ma che sono parte di noi.
Io, ad esempio, nelle storie do spazio a tutto quello che invece sul feed stonerebbe. Faccio vedere in diretta il mio banco alle fiere, l’aula del corso, i filati che sto comprando, propongo promozioni, parlo dell’ultimo post su questo blog..
Ma racconto anche di quando cucino, di quando vado in piscina, delle mie vacanze, della nuova serie scoperta su Netflix.
Infondo mi sento più libera, non sono “definitive”, se non scelgo di metterle in evidenza (e tra poco vedremo cosa significa), quelle immagini e quei video si autodistruggeranno entro 24 ore.
Le storie poi sono estremamente versatili: puoi aggiungere sondaggi, domande, gif animate, disegni, testi. Qualcuno di fortunato (non io) ha anche la funzione musica e può mettere una bella colonna sonora al suo racconto.
Un bel giochino divertente, che se usato con intelligenza, può essere un importante alleato nelle nostre vendite.
La storia siamo noi
Eh sì, quello che piace delle storie è che alla fine sono uno specchio della nostra vita, o meglio, di quello che scegliamo di far vedere, come dico sempre. Però volenti o nolenti un pezzo di noi lo raccontiamo comunque, attraverso questi strumenti social. Ed proprio quella parte di noi che i nostri follower e potenziali clienti vogliono conoscere.
Siamo tutti curiosi, è normale, e il bello di comprare un prodotto artigianale è anche conoscere chi c’è dietro quell’oggetto: dargli un nome, una casa, una passione, un’anima.
Questa funzione così divertente sembra aprire uno spiraglio della porta di casa attraverso cui curiosare, ed è proprio questa curiosità che dobbiamo stimolare per vendere l’artigianato con le storie di Instagram.
Un piccolo spazio “privato”
Ti ricordi che sto paragonando i social a locali pubblici, dove usciamo con gli amici?
Instagram per me è come un locale alla moda, e le storie… beh, le storie sono come una conversazione privata alla quale sei invitato anche tu.
Come se in quel locale così trendy un gruppetto di amici o di colleghi si staccasse dagli altri e si mettesse a parlare fitto tra sé. Raccontando eventi divertenti, piccole curiosità che non ha voglia di urlare a tutto il resto della compagnia. Tu sei lì, sei invitato, non stai origliando niente di segreto, eppure ti senti un po’ privilegiato perché stai conoscendo meglio quelle persone attraverso dettagli della loro vita privata.
Di nuovo, è tutta una questione di racconto, di storytelling.
Raccontami di te
Dai, ormai lo sai perché l’ho ripetuto fino allo sfinimento: sui social network devi raccontarti. E se vuoi tentare di vendere l’artigianato con le storie di Instagram devi sfruttare tutti gli strumenti che queste ti mettono a disposizione per parlare di te.
Non è necessario fotografarsi appena alzati dal letto, non è necessario aprire le porte su tutto quello che siamo. Basta trovare il nostro equilibrio e provare a raccontare la nostra storia con i volti, i mezzi e gli episodi che vogliamo.
In questo Marzo 2019, le storie sono un potentissimo strumento di marketing, e non provare ad usarle è decisamente un’occasione persa.
Storie in evidenza
Dicevamo che le storie vivono solo un giorno come le rose (passami la citazione). Non è del tutto vero, perché se vuoi puoi metterle in evidenza e lasciarle sul tuo profilo, scegliendo di dividerle per temi.
Puoi parlo dalla “home page” del tuo profilo, quella da cui pubblichi le immagini. Lì trovi un bel + con scritto “Nuovo”. Se lo clicchi si apre un archivio delle storie che hai pubblicato finora e che puoi decidere di lasciare fisse in alto. Può avere senso mettere in evidenza immagini o video legate direttamente al tuo lavoro, oppure puoi scegliere di fissare quelle che invece raccontano più di te nel privato.
Tutto ha senso, se sai dargli un senso
Sì, non c’è necessariamente un modo giusto o sbagliato di gestire i propri social. Noi artigiani abbiamo l’onore e l’onere di lavorare per noi stessi quindi siamo i soli registi di questo film.
La cosa importante è capire con se stessi cosa vogliamo fare di questo lavoro, cosa vogliamo mostrare e cosa no, chi siamo e a chi ci rivolgiamo (ricordi il mio post a riguardo?). Sarà poi facilissimo strutturare tutto il nostro racconto qualunque sia il mezzo che usiamo.
A quel punto, vendere l’artigianato con le storie di Instagram non sarà che un piccolo pezzettini di un puzzle molto più grande.
Tu hai già iniziato ad usare le storie oppure non ci pensi affatto?